Regole per la divisione in sillabe delle parole (o sillabazione)

Regole per la divisione in sillabe delle parole (o sillabazione)

Quando il rigo è terminato e non si ha più spazio per scrivere la parola, allora è necessario dividerla in modo che una parte di essa resti nel rigo finito e l’altra parte vada nel nuovo rigo.
Per fare ciò bisogna però rispettare delle regole poiché non è possibile spezzare la parola come si vuole.

REGOLE PER LA DIVISIONE IN SILLABE DELLE PAROLE:

  1. La sillaba più semplice è formata da una consonante e una vocale. Quindi le consonanti semplici formano una sola sillaba con la vocale che la segue. Es.: ca–sa, pa-ne, pa–ta-ta.

  2. Le consonanti doppie si dividono sempre tra due sillabe. Es.: pal-la, cas–sa, bi–ril–lo, ton–no, boc–ca, cas-set-ta, can-nel-la.

  3. Il gruppo cq segue la stessa regola delle consonanti doppie e si divide. Es.: ac-qua, ac-que-rel-li.

  4. Se una parola inizia per vocale, la vocale iniziale da sola forma una sillaba se non è seguita da due consonanti uguali. Es.: a-mo-re, e-li-ca, a-pe, a-mi-ca, e-de-ra, i-stri-ce. Se invece la vocale iniziale è seguita da due consonanti uguali si usa la regola delle doppie. Es.: ot-to-ne, ec-ce-te-ra. Quando invece le vocali sono due si separano se si pronunciano separatamente, cioè con due emissioni di fiato e formano sempre due sillabe. Es.: a-e-reo, a-e-ro-bi-co, a-e-ro-mo-bi-le. Quando invece non vengono pronunciate separatamente ma con un solo fiato si separano diversamente. Es.: ai-ro-ne, a-iuo-la, io-dio. Nel dubbio usare un buon vocabolario di italiano dove è riportata la sillabazione.

  5. La lettera ponte si lascia, e quindi si unisce, con la sillaba che precede seguendo la stessa regola delle consonanti doppie. Es.: por-ta, cam-po, for-no, ban-co, com-pa-gni, ser-pen-te, mon-ta-gna.

  6. I gruppi di consonanti TR – BR – CR – DR – GR ed altri gruppi di consonanti non si dividono mai. Es.: ti-gre, tre–no, bran–co, qua-dro, cro-sta-ta, fri-go-ri-fe-ro, glo-bo.

  7. Non si dividono tutti i suoni difficili come per esempio: SCA, SCO, SCU, SCE; GNA, GNE, GNI, GNO, GNU; CHI, CHE; GHI, GHE; GLI, SCHI, SCHE; QUA, QUO, QUI, QUE; TRA, FRA, STRA, SCRI, BRA, PRA ecc. Es.: sca-to-la, sco-iat-to-lo, scu-ci-re, chian-ti, or-che-stra ecc.

  8. La S non si divide mai dalle consonanti che seguono. Es.: fe-sta, bo-sco, li-sca, ce-sti-no, ri-sve-glio, fan-ta-sma.

  9. Un gruppo di due o più vocali si separa purché la prima non sia U o I (ad esempio si separa pa–e–se, ma non vuo–to); si separano ao – ae – au – oi – oa – oe – eu – ea – eo; non si separano io – iu – ie – uo – ua – ue – ui.

  10. Se la I o la U precedono un’ altra vocale e sono accentate con l’accento tonico allora si separano ( Ma–ri–a, po–li–zi–a, ecc. ). Nel dubbio meglio non dividere le vocali.

  11. IMPORTANTE: una sillaba deve essere formata in modo che una parola in italiano possa cominciare con essa. Dividendo in sillabe la parola “ampio“, teniamo conto del fatto che nessuna parola in italiano comincia con mp. Quindi le due consonanti vanno separate: am-pio. Similmente, una parola italiana non comincia per lt oppure lb: per questo, separando le due consonanti, avremo mol-to, al-bu-me. In sintesi, l, r, m e n vanno separate dalla consonante che le segue (al-ga, ar-ma, am-bra, an-ta).

  12. INFINE: per quanto riguarda i termini con l’apostrofo – per esempio, all’, dell’, dall’, nessun’, ecc. – non vi è una regola di sillabazione certa però non è molto gradito andare a capo dopo l’apostrofo. La cosa migliore, pertanto, è dividere la parola successiva; cioè le consonanti finali apostrofate fanno sillaba con la parola che segue. Per esempio: del-l’a-mo-re, sul-l’al-be-ro, nes-su-n’a-mi-ca.

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