Visita al museo napoleonico

Sabato 2 marzo, io, mio padre e mio fratello, siamo andati a visitare il museo napoleonico, compito assegnato in classe. Siamo partiti verso le 16:30-17:00 con la macchina e, siccome io abito vicino alla metropolitana, abbiamo parcheggiato la macchina li vicino ed abbiamo preso la metropolitana dove ci siamo fermati a Termini e poi da Termini A ci siamo fermati a  Piazza di Spagna. Non conoscendo la strada, abbiamo stampato una mappa da google ed abbiamo percorso diverse vie che portavano sempre diritto. Infine siamo arrivati al museo dove all’ ingresso c’ era una signora che ci ha fatti entrare e ci ha dato 3 biglietti. Il museo era formato da un lungo corridoio diviso in stanze. Durante la visita, ho preso appunti sulle cose più interessanti. Mi ricordo che in ogni stanza c’ erano molti quadri, in particolare mi è piaciuto il quadro che raffigurava l’ imperatrice Eugenia che fu l’ ultima sovrana francese, precisamente dal 1853 a 1870 grazie al suo matrimonio con Napoleone III. Mi ha colpito molto anche il busto in marmo di Napoleone ed il quadro che lo raffigurava nel suo studio con il figlio (1842). Poi era raffigurato un grande progetto per un centrotavolo per il matrimonio di Napoleone e Maria Lisa (1810). C’ era inoltre una piccola stanza piena solo ed esclusivamentie di quadri che raffiguravano i componenti della famiglia Bonaparte ed al centro c’ era il quadro che raffigurava papa Pio VI ( Cesena, 27 dicembre 1717- Valence 19 agosto 1799) è stato il 250° vescovo di Roma e papa della chiesa cattolica dal 15 febbraio 1775 sino alla morte. Allo scoppio della Rivoluzione francese, Pio VI fu costretto a subire la soppressione dell’antico rito gallicano, la confisca di tutti i possedimenti ecclesiastici in Francia e l’onta di vedere il proprio stesso ritratto dato alle fiamme dalla folla nel Palazzo Reale. Pio VI condannò anche la Dichiarazione dei diritti dell’ uomo e del cittadino, provocando in Francia una spaccatura. L’assassinio del rappresentante repubblicano francese Ugo di Basseville avvenuto nelle strade di Roma nel gennaio 1793 peggiorò ulteriormente la situazione: la corte papale fu accusata di complicità dalla Convenzione Nazionale.
Nel 1796 Napoleone invase l’Italia e puntò le armi contro lo Stato Pontificio, costringendo il papa all’umiliante armistizio di Bologna: Pio VI dovette cedere Bologna, Ferrara e Ancona versare 21 milioni di scudi e consegnare numerose opere d’arte. Quando poi il Papa si legò con l’Austria, che stava formando una coalizione contro la Francia, Napoleone riuscì a portare dalla propria parte Ferdinando IV di Napoli che, con un atto arbitrario, ordinò a Tanucci di invadere i feudi papali nel suo territorio. L’esercito pontificio fu sconfitto (10 febbraio 1797) e il 18 febbraio i francesi saccheggiavano il Santuario di Loreto. Il Pontefice fu perciò costretto a siglare il Trattato di Tolentino (febbraio 1797), che allo Stato Pontificio costò altri 25 milioni di scudi e numerosi oggetti d’arte. Il generale Berthier marciò sulla città, occupandola senza incontrare resistenza e dandosi poi al saccheggio dei tesori d’arte del Vaticano. Il 15 febbraio 1798, deposto il Papa come principe temporale, vi proclamò la repubblica.
Pio VI fu fatto subito prigioniero e, il 20 febbraiovenne scortato dal Vaticano a Siena, dove rimase tre mesi, e quindi alla Certosa di Firenze, dove fu segregato nel convento. Nel marzo del 1799 venne deciso di trasferirlo nuovamente, in seguito alla dichiarazione di guerra della Francia contro la Toscana.
Si decise di portarlo a Bologna, credendola città anticlericale. Ma, quando i francesi lo esposero al popolo, Pio VI, invece di essere ingiuriato, venne acclamato. Fu allora decretata la sua carcerazione in Francia. Il Papa, ottantaduenne, venne internato prima a Grenoble, poi il 19 luglio, fu rinchiuso nella fortezza di Valence, capoluogo della Drôme. Logorato dai patimenti fisici e morali Pio VI si spense in prigione il 29 agosto dello stesso anno. Inoltre c’ era anche il ritratto di Giuseppe Bonaparte, ( Corte, 7 gennaio 1768- Firenze 28 luglio 1844) era il fratello maggiore di Napoleone Bonaparte, e fu da questi nominato re di Napoli dal 1806 al 1808, quindi re di Spagna dal 1808 al 1813. Verso l’ angolo di una stanza c’ era una vetrina che rappresentava una scatola in legno donata dal re Giuseppe Bonaparte alla figlia Zenaide, nome che poi è stato inciso sulla placca di ottone sulla scatola. Il necessario di Zenaide che reca bolli di garanzie francesi in uso tra il 1809-1819 è composto da vari pezzi di argento dorato, servizio da cucito  e rappresenta una tipologia molto diffusa, che poteva comprendere suppellettili da te o caffè. In un altra stanza si poteva notare la libreria dell regina Carolina che raccoglie volumino provenienti dalla biblioteca appartenente a Carolina, con  gli ex regime di Napoleone dopo il fallimento dell’ impresa tentata da Maurab e l’ allontanamento delle altre città nel 1815. Il nome scelto da Carolina sottolinea il legame mantenuto con Napoli di cui Liponia ne è l’ aganogramma. Poi abbiamo trovato una stanza dove c’ erano diverse tavole che raffiguravano alcune conquiste fatte dall’ impero francese.

  • 1849 spedizione di Roma
  • 25 aprile 1849 sbarco dell’ esercito francese a Civitavecchia
  • 30 aprile 1849 arrivo a Maglianella
  • in marcia verso Roma
  • assalto alle mura Vaticane a porta Cavelleggeri
  • ingresso a villa Santucci
  • 3 giugno 1849 presa di Villa Pamphili
  • battaglia a Villa Pamphili
  • presa di Ponte Milvio
  • 30 giugno 1849 presa dell’ 8° e 9° bastione
  • Pio IX benedice l’ esercito francese.

Inoltre c’ era una stanza dedicata a Mazzini e a tutte le sue opere fondamentali insieme anche alla sua chitarra. La frase più bella che ha detto è :<< L’ arte non imita, interpeta>>.
Mazzini inoltre scrisse: Quel giovane ha ingegno più di quanti altri della famiglia; ha anche checchè. Egli dice in cntrario, ambizione e progetti in testa, ma non riescirà. Lettera alla madre Londra 18 luglio 1838.

Verso le ultime stanze si potevano notare degli abiti di cerimonia della principessa francese Letizia Bonaparte (Parigi, 20 dicembre 1866 – Moncalieri, 25 ottobre 1926). Dopo una lunga visita siamo giunti nell’ ultima stanza dove c’era un velocipede di ghisa, legno. Poi c’ erano diversi quadri, uno raffigurava Carlotta Bonaparte (Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, 13 maggio 1795 – Roma, 6 marzo 1865) in abito da contadino olio su tela 110-15; Monsignor Luciano Luigi Bonaparte (Thorngrove, 4 gennaio 1813 – Fano, 3 novembre 1891) è stato un linguista francese. Dedicò gran parte della sua vita allo studio della lingua basca e dei dialetti da essa derivati; Napoleone Carlo Bonaparte (Roma, 5 febbraio 1839 – Roma, 11 febbraio 1899) era pronipote di Napoleone Bonaparte; ed alcuni oggetti che appertenevano alla regina Matilde Bonabarte (Trieste, 27 maggio 1820 – Parigi, 2 gennaio 1904) ed alcuni suo album di autografi e disegni. Pensavo che il museo fosse più grande, invece per visitarlo ci abbiamo messo un’ ora. Infine siamo usciti e siamo andati a casa.

Michele.

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