DA LENIN A STALIN

Dopo la morte di Lenin ci fu una lotta tra i dirigenti del partito comunista sovietico: da una parte Trotzkij e dall’ altra Stalin che volevano entrambi diffondere il comunismo in Russia.

Nel 1927 vinse Stalin e divenne capo della nazione. Lui all’ inizio decise di elliminare con brutali metodi gli oppositori al suo governo: o l’ esilio o la condanna a morte, che andò a colpire anche Trotzkij, che era stato prima esiliato e poi ucciso in Messico nel 1940 da un sicario di Stalin.

Stalin decise poi di modernizzare il paese.

Dal 1930 avviò la collettivatizzazione forzata delle terre che furono tolte ai contadini e organizzate in fattorie collettive sotto il controllo dello stato.

Questo provvedimento suscitò le proteste dei contadini che furono poi sterminati o deportati in Siberia e condannati ai lavori forzati.

 

Industrializzazione forzata: enorme balzo in avanti soprattutto nella metallurgia.

Costruzione di reti ferroviarie e stradali e nuovi canali navigabili.

Fine della disoccupazione

Problema: salari bassi e beni di consumo scarsi.

IL REGIME STALINISTA

Regime totalitario controllato tutto dallo Stato da un capo infallibile(“culto della personalità”) chiamato Stalin.

 

Tra il 1928 e il 1940 negli anni della politica repressiva di Stalin(“grande terrore”) persero vita circa 8 milioni di persone. I perseguitati non furono solo oppositori del regime, ma anche dirigenti dello stesso partito comunista, in disaccordo con Stalin, che vennero condannati a morte o “rieducati” nei Gulag, situati in Siberia, una regione gelida e inospitale nel nord del Paese. Nei Gulag i detenuti facevano lavori forzati, oppure venivano tenuti in prigione finche non morivano per la fame, il freddo o le malattie.

Tra il 1924 e il 1940 si calcola (CIRCA) tra i 15 e i 20 milioni di morti.

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