Versioni Latino

Agricolae prata et campi Tusculi apud ( = nelle vicinanze di ) Romam sunt. In pratis etiam rose et violae florent atque plantae apud fluvium sunt. Armentarius agricolae agnos in prata ducit, sed neglegenter ( = con scarsa attenzione ) agnos pascit: nam in umbra fagi quiescit, tibiis canit aut in fluvium lapillos iacit. Improviso ( = improvvisamente ) lupi adventant, in prata intrant et agnos laniant. Tum armentarius ad dominum currit et clamat : Domine, lupi in pratis agnos devorant!. Respondet agricola : Inepte! Certe dormiebas neque agnos custodiebas. Armentarius sedulus lupos videt et baculo fugat. Tum agricola in campum currit, lupos fugat et armentarium pigrum et ineptum dimittit.

I prati e i campi del contadino sono a Tusculo, nelle vicinanze di Roma. Nei prati fioriscono anche le rose e le viole e ci sono piante vicino al fiume. Il pastore conduce nei prati gli agnelli del contadino, ma pascola gli agnelli con scarsa attenzione: infatti riposa all’ombra di un faggio, suona il flauto o getta sassolini nel fiume. All’improvviso giungono dei lupi, entrano nel prato e divorano gli agnelli. Allora il pastore corre dal padrone e grida: “Padrone, i lupi divorano gli agnelli nei prati!”. Risponde il contadino: “Sciocco! Di sicuro dormivi e non sorvegliavi gli agnelli. Il pastore diligente scorge i lupi e li caccia con il bastone”. Allora il contadino corre nel campo, mette in fuga i lupi e licenzia l’inetto e pigro pastore.

Prometheus, Iapeti filius, Titanus erat. Viros amabat atque multa dona praebebat: nam viri asperam vitam agebant et maxime focum cupiebant. Prometheus igitur in Olympo ignem surripit et eum viris donat. Itaque Iuppiter, iratus Prometheum fero supplicio punit.: Mercurius in Caucaso Prometheum ad saxum alligat, ubi Titani exta ab aquila vorantur. sed die exta vorantur, nocte iterum crescunt: ita Promethei supplicium continuum est. Postremo aquila ab Hercule interficietur et Prometheus liberabitur.

Prometeo, figlio di Giapeto, era un titano. Amava gli uomini e offriva loro molti doni: infatti gli uomini conducevano una vita aspra e soprattutto desideravano il fuoco. Prometeo dunque sull’Olimpo sottrae il fuoco e lo dona agli uomini. Pertanto Giove, irato, punisce Prometeo con un crudele supplizio. Mercurio lega Prometeo ad una rupe nel Caucaso dove le interiora del titano sono divorate da un’aquila. Ma di giorno le interiora sono divorate, di notte crescono di nuovo. Cos? il supplizio di prometeo è continuo. Alla fine l’aquila sarà uccisa da Ercole e Prometeo sarà liberato.

La Gallia e i suoi abitanti

 Gallia magna terra est, Italiae propinqua. Ibi olim densae silvae, vastae orae, limpidae aquae erant. Galliae incolae agricolarum vitam securam atque industriam ignorabant, sed in silvis feras agitare optabant et postea praedas vorare. In miseriscasis vivebant; etiam feminae delicias divitiasque despiciebant. Galliae incolae audacter pugnabant neque pugnas neque insidias timebant. Tamen aliquando Romana potentia Gallia fera atque aspera frangitur.

Traduzione

La gallia è una grande terra, vicino all’ Italia. Lì una volta c’ erano densi boschi, vaste spiaggie e limpide acque. Gli abitanti della gallia non amavano la vita sicura e la laboriostà degli agricoltori, ma cercavano di inseguire gli animali (le belve) neli boschi e poi divoravano le prede. Vivevano in misere capanne; disprezzavano anche le delizie e le ricchezze della femmina. Gli abitanti della Gallia combattevano audacemente e non temevano nè le battaglie nè le insidie. Tuttavia infine la gallia inaccessibile e ruvida fu abbattuta dalla potenza romana.

Romanorum populus saepe bella gerit. Romae legionarii enim strenue proelia suscipiunt, terras et oppidia occupant atque Romae gloriam extollunt. Romani barbarorum ferociam non timet quia semper maiorum ( degli avi ) exempla memorant. Romanorum tela sunt: pilum, gladius, saggitae. Aquiliferi signa numquam relinquunt et ea ( le ) quavis ratione ( ad ogni costo ) defendunt.

Il Popolo Romano spesso combatte ( bellum gerere= combattere).  I legionari di Roma infatti affrontano valorosamente le battaglie, occupano terre e città ed esaltano la gloria di Roma. I Romani non temono i pericoli della guerra poichè ricordano sempre gli esempi degli avi. Le armi dei Romani sono: il giavellotto, la spada, le frecce. Gli aquiliferi ( = i portatori di insegne) mai abbandonano ( signa nunquam =non abbandonano mai) le insegne e le difendono ad ogni costo.

Romani industriam, pudicitiam et temperantiam diligebant, familiam patriamque amabant; agriculturam exercebant, agros arabant, frumentum et poma colligebant. Opulentiam non exquirebant, sed honestam vitam et praecipue gloriam. Romanarum copiae saepe bella sustinebant, et acriter pugnabant multis victoriis Romae imperium propagabant et famam per poetas tradebant

I Romani amavano l’operosità, la virtù e la moderazione, amavano la famiglia e la patria; esercitavano l’agricoltura , aravano i campi, raccoglievano frumento e frutti. Non ricercavano l’opulenza, ma la vita onesta e specialmente la gloria. Le truppe dei Romani spesso sostenevano guerre, e combattevano duramente, attraverso molte vittorie estendevano il dominio di Roma e per mezzo dei poeti tramandavano la gloria.

 

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